Armonica Solitudine

Le componenti essenziali delle opere di Roberto Gabrieli sono due: il motivo ispiratore e la bellezza della creazione che ricordano i versi di Milan Kundera: “Bellezza nell’arte: luce improvvisamente accesa del mai detto”. Tra i suoi soggetti preferiti ricorre spesso il paesaggio romano dipinto con un tocco di surreale in quanto coesistono la proiezione del pensiero e l’armonia cromatica. Nelle opere “Notte romana, “Risveglio romano e “Terrazzi di Roma“, l’artista si avvale dell’equilibrio compositivo e della luce cubista nella disposizione delle case che si compongono, dispongono e costruiscono oltre i confini del reale.

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Pur riferendosi ad un preciso contesto storico-geografico, si tratta di opere lirico-espressive in cui si stabilisce un legame onirico tra la sfera emotiva dell’artista e quella dell’osservatore, ricordando A.Manzoni: “S’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro”.

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Ma è da notare che la ricostruzione “futurista” della città con la composizione-scomposizione dinamica, crea
magistralmente il rapporto tra architettura e figure; l’opera “La costiera” è esemplare in tal senso con la sovrapposizione di prospettive e gioco compositivo. Tacitamente evoca rimandi poetici che possono essere collegati a B. Brecht: “Ora che io ti amo bianche nubi stanno nel cielo, silenziosamente, e le acque scrosciano sopra i sassi e il vento ha un brivido fra le erbe secche. Scorrono in declivio bianche acque anno per anno. E nel cielo le nubi eternamente stanno”.
È di fondamentale importanza notare che ogni singola casa è diversa dalle altre: metafora dell’uomo che è solo con se stesso anche se è circondato da centinaia di individui. Il paesaggio è avvolto in un meditativo e simbolico silenzio poiché l’uomo è solingo e la quiete arcana si amplia dinanzi al suo futuro. Il mondo da lui immaginato include luoghi vicini ma lontani, ambienti ed atmosfere dall’intenso colore fiabesco ed esotico. Gli elementi che compongono l’immagine si dispongono nello spazio in modo lineare, come le parole, ma sono discordanti come i pensieri. Ne deriva una solitudine esistenziale in cui si analizza l’inserimento dell’uomo nella società, nello stato, nel mondo, il suo ruolo e la sua significativa importanza nel cosmo.
È come se Roberto Gabrieli volesse dire che ognuno, nella propria mente, veda a modo suo, lasciandosi prendere dalle varie suggestioni, secondo la propria sensibilità, ambienti, situazioni, con sogni e speranze, dolori e felicità. In questo risiede uno dei messaggi fondamentali della sua pittura, esplicata nelle opere “Il Profugo e la IV dimensione” e
Ragazzo sui tetti” che hanno un’ambientazione realista ma sfumature fantastiche.

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Inoltre, sapientemente assimilato nel rapporto paesaggistico della trasfusione tra reale e fantastico, il colore si basa su un dettagliato studio della scienza dell’arte e della visione in cui si delineano un susseguirsi regolare e irregolare di forme profonde, insieme ad un cromatismo chiaro oppure acceso. Questa sublime alternanza assume la regolarità di una scacchiera e le case ricordano “Il sogno” di Franz Marc.
Incastrando zone e aree con colori limpidi e ovattati, il silenzio suggerisce una serie malinconica di solitudini individuali, ma serenamente accompagnati dai colori vivaci che diventano una metafora di sublime conforto dell’infinito cosmico che ricorda l’affermazione di Lidia Ravera: “Non avere paura di essere in pochi“. Infatti, alla base c’è una sottile percezione del divenire e del consumarsi dell’esistenza in cui l’uomo dovrebbe vivere pienamente il presente come se non dovesse mai morire, assaporare i colori della vita, ma allo stesso riflettere sulla vita, la morte e la solitudine, ricordando Seneca: “Tamquam semper victuri vivitis, numquam vobis fragilitas vestra succurrit“. E’ da evidenziare che dietro alla composizione fiabesca è sempre presente un intento allegorico e simbolico che l’osservatore decodifica e interpreta. Infatti, immerse in una dimensione fantastica, le tele di Gabrieli si prestano ad interpretazioni allegoriche che ricordano Proust: L’opera d’arte è “una specie di metamorfosi delle cose rappresentate“. Inoltre, l’opera “Foto per Simone” ha influenze metafisico-surreali, si intravedono

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dolore e paura ma anche coraggio e speranza: l’ aiuto divino è rappresentato dal sole luminoso e raggiante. Il movimento e l’impasto dei colori accesi e vitali imprimono un senso di potenza con influenze metafisiche, cubiste, naturalistiche e prospettiche, suscitando atmosfere contrassegnate dal colore e dalla luce che ricordano i versi di Goethe “Una pittura emanante direttamente dal colore“. Il dipinto “Esplosione floreale” si può collegare a Chateaubriand: “Il mattino della vita è come l’alba di un giorno, pieno di purezza, visioni e armonia”, per la visione compositiva di fiori naturali, belli e incontaminati.
Bisogna notare che attraverso l’esplorazione del cromatismo che si dirige verso una nuova spazialità, Gabrieli non rinuncia alla dinamica articolazione degli oggetti e delle figure, permettendo la creazione di disegni e composizioni definite, dando vita alla profondità spaziale attraverso illusionistiche composizioni geometriche.
Inoltre, Gabrieli è un lirico del colore poiché lo esalta, lo contrappone, quasi lo annulla, trasmettendo la complessa realtà circostante. Assumendo particolari funzioni espressive, si evidenzia che le sfumature, le ombre e le illuminazioni sono aspetti determinanti e metaforici della composizione poichè sono usati per alterare o nascondere il fondo, quasi a renderlo irreale, sottolineando i diversi stati d’animo, secondo i codici della prospettiva.
E, sulla base di una remota inquietudine, appare consolatoria, rassenerante e luminosa l’opera “Idillio al chiar di luna“, rivelando sia l’immagine dell’immersione in una suggestiva nudità di particolare e sensuale intimità, che della eccelsa arte del poetare, rimembrando Petrarca: “Presso era ‘l tempo dove Amor si scontra“.
Infatti, al razionale si oppone la fantasia, alla ragione si oppone la passione e, in una apparente disumanizzazione e gelo dell’anima, si avvertono sia una immensa lacerazione tra l’ideale di humanitas cui aspira ogni uomo che il richiamo alla fratellanza, alla felicità, all’amore e alla pace.

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Inoltre, Gabrieli trasmette, con acuta introspezione, la crisi dei valori in un’epoca dai repentini e talvolta incomprensibili mutamenti e sconvolgimenti delle basilari e profonde virtù.
In una sensazione del tempo che scorre, riaffiorano spesso il tono intimistico e l’interiorità come possesso prezioso e vitale per superare le angosce e le contraddizioni e come ricorso alla natura che sempre consola, come rifugio in una casa dai mille colori che diventa una grande ed esemplare metafora di protezione. Tutti questi vari sentimenti sono profondamente sentiti nella nostra epoca, ma la innovazione fondamentale è che Gabrieli riesce ad esprimerli in una forma di romanticismo pittorico che va oltre, definendo la percezione simbolica, l’espressione artistica e l’interiorità poetica.
Sono antitetici moti dell’animo che nascono dall’ineluttabilità del divenire, nostalgia del tempo trascorso, speranza per un domani migliore, paura e coraggio, contemplazione e azione, conflitto tra il senso di pienezza del presente e la consapevolezza della sua precarietà, rimembrando Cesare Pavese: “C’era di nuovo che adesso lo sapevo, e quel tempo era passato“.

MARIA PIA CAPPELLO
Roma, 6/3/2015