Nella pittura di Roberto Gabrieli – di Luciano Rossi
Lo abbiamo conosciuto personalmente in un salone del Campidoglio, questo barbuto virtuoso dell’arte figurativa, durante la festa dei calabresi nel mondo, ma avevamo avuto modo d’ammirare qualche suo quadro alla Galleria Modigliani di Roma e, più tardi, solo per caso, fermandoci a cenare con amici, nel caratteristico ristorante di Trastevere, “da Gino”, ove le pareti erano tappezzate dei suoi dipinti.
Tre sono i tempi principali dell’arte di Gabrieli: Tetti di Roma; Profughi e la quarta dimensione; I fiori. Gino Vlahovich dice che Gabrieli emerge e s’impone anche alla critica e che i suoi lavori sono il risultato del suo intimo travaglio, della sua ansia di esprimere tutto se stesso, comprese le luminose idee che nascono nella sua mente.
Nei fiori riesce ad intavolare un discorso lirico e convincente, di cui non si può non dargli atto in ogni sede. Possiamo chiaramente dire che Roberto Gabrieli è artista di ragguardevole tempra, straordinario, con una grossa vena di autocontrollo. Con i “Tetti do Roma,, secondo noi, il pittore intende presentarci la cruda realtà di oggi, maggiormente specificata nei ‘’Profughi, con un gergo perfettamente convincente, riuscendo ad offrirci, con molta chiarezza, l’aspetto benefico e cordiale delle sue intenzioni; e nei ‘’Profughi,,ancora, riporta le figure che tendono verso l’alto,quasi a voler dimostrare un’ansia di redenzione e di trionfo. Gli oli, in genere, ed i fiori in particolare, dipinti con una lamina di acciaio, sembrano nati senza spezzatura nella loro decisa delicatezza, e questo ci dice della grande abilità di un artista che vive esprimendo i propri pensieri ed i suoi sentimenti in un linguaggio degno di un poeta, in piena conoscenza della sua indole e con estrema delicatezza delle tinte. Sulle pagine del Bolaffi 1972 n° 7 ove – in presentazione – è scritto: ‘’ … giovani artisti, che appartengono alla generazione dei contestatori, sembrano lietamente impegnati in una gara di marcia. Sulle loro canottiere invece di una marca di aperitivo o di un elettrodomestico, campeggiano le teste di Marx, Lenin e Mao,, è inserito il nominativo di Roberto Gabrieli. Non sappiamo quale attinenza queste parole possano avere con il temperamento del nostro giovane amico, ma gli ci dice che queste sono parole che sembrano scritte proprio per lui. Meridionale di nascita ( Parabita di Lecce, 9 agosto 1941) vive e lavora a Roma. Ha presentato diverse personali a Roma ed ha visitato molti paesi d’Europa tra cui Svizzera, Francia e Spagna, interessando gallerie, collezioni, critica e pubblicità. I suoi oli sono quotati, secondo le dimensioni, da 120 a 600 mila lire. Di lui hanno scritto Mario Di Giovanni, Mario Olivi, Aurelio T. Prete, Elia C. Rathle, Willi Pocino, Mirella Delfini, Gaetano Basilici, Maria Mariotti, Gino Vlahovich, e molti altri, su ‘’ Paese Sera,, – ‘’ Corriere di Roma,, – ‘’ Momento sera,, – la RAI in ‘’ Il Gazzettino di Roma,, e la TV in ‘’Cronache Italiane,,. Non è assolutamente trascurabile la composta personalità di Roberto Gabrieli con un ‘’retrospettivo,, fornito di ottimi esiti, di tappe significative e di splendide affermazioni e noi ci ripromettiamo di rivisitarlo per segnalare le nuove ascese ed i vertici di gloria che egli certamente saprà raggiungere.
Luciano Rossi
La Sonda ( rivista mensile d’arte Anno VIII n. 5 Maggio 1972 )